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Lo confesso, quando ho comprato il mio primo cappotto di lana, ero terrorizzata all’idea di doverlo pulire. Temevo di rovinarlo al primo lavaggio o di infeltrirlo a tal punto da renderlo irriconoscibile. Eppure, con gli anni ho imparato diverse tecniche che mi hanno permesso di affrontare la faccenda con più serenità. In questa guida, vorrei raccontarti tutto ciò che so su come lavare e curare un cappotto – in lavatrice, a mano e anche senza lavarlo del tutto – così che tu possa goderti il tuo capospalla invernale a lungo, senza spiacevoli incidenti di percorso.
Perché il cappotto va gestito con attenzione
Il cappotto è un capo essenziale nel guardaroba invernale. C’è chi lo sceglie di lana, chi preferisce tessuti sintetici o misti, chi ha un modello vintage ereditato dalla mamma. A differenza di una semplice felpa, il cappotto richiede un po’ più di riguardo: è spesso più delicato, a volte costoso e, soprattutto, è pensato per proteggerci dal freddo con stile.
La sua manutenzione non è affatto impossibile, ma è importante conoscere le tecniche adatte per evitare disastri. Io stessa ho imparato a mie spese che improvvisare con temperature e centrifughe aggressive può finire malissimo. Ecco perché, prima di procedere con qualsiasi lavaggio, ritengo fondamentale controllare l’etichetta del capo: se c’è scritto “lavare solo a secco,” meglio non sfidare la sorte. Se invece l’etichetta indica che il capo può essere lavato in acqua, passiamo pure al prossimo step.
Controllare l’etichetta
So che può sembrare ovvio, ma ti assicuro che molte persone tralasciano questo passaggio. L’etichetta è come il “passaporto” del capo: fornisce indicazioni precise sul tipo di tessuto, sulla temperatura consentita e sugli eventuali divieti (come, per esempio, la candeggina).
Se l’etichetta ti suggerisce un lavaggio a mano, puoi valutare la possibilità di usare la lavatrice a patto che tu scelga un programma di lavaggio delicato – ma stai attenta a eventuali simboli di divieto. A volte, soprattutto con i cappotti in pura lana vergine o con certe fibre pregiate, i produttori raccomandano il lavaggio professionale in lavanderia. Se vuoi comunque sperimentare a casa, prendi nota delle dritte che troverai qui sotto, perché potrebbero salvarti da un disastro annunciato.
Come lavare un cappotto in lavatrice
Mettere un cappotto in lavatrice può sembrare un gesto audace, lo ammetto. Però è fattibile se il tessuto lo consente e se prendi tutte le precauzioni del caso. Vediamo insieme i passaggi fondamentali, quelli che adotto io quando decido di avventurarmi in questa impresa:
- Seleziona il ciclo delicato: ogni lavatrice moderna ha un programma specifico per capi delicati o addirittura per la lana. Scegli una temperatura bassa (intorno ai 30°C) e riduci la centrifuga al minimo, così eviti stress eccessivo al tessuto.
- Usa un detersivo delicato: scegli un detersivo specifico per lana o capi delicati. Ne basta una piccola dose, spesso meno di quanto useresti per un carico normale.
- Inserisci il cappotto in una sacca: se possibile, proteggi il cappotto infilandolo in un sacchetto per il bucato. Questi sacchi a rete evitano che il tessuto si sfregi contro il cestello o che qualche bottone si stacchi.
- Rimuovi accessori e fodere: se il cappotto ha pellicce sintetiche staccabili o cinture, meglio toglierle prima del lavaggio. In questo modo si puliranno separatamente (nel caso si possano lavare) e non rovineranno il capo principale.
- Non sovraccaricare la lavatrice: il cappotto, una volta bagnato, risulterà più pesante del previsto. Meglio dunque caricare il cestello con pochissimi altri capi (se proprio non vuoi fare un lavaggio a vuoto), altrimenti la lavatrice potrebbe andare sotto sforzo.
Una volta terminato il ciclo, estrai subito il cappotto e passiamo a un altro aspetto fondamentale: l’asciugatura.
Ultimo aggiornamento 2025-04-17 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Asciugare il cappotto dopo il lavaggio
Qui si gioca gran parte del risultato finale. Ti sconsiglio di mettere il cappotto in asciugatrice (a meno che l’etichetta non lo permetta espressamente). Il calore forte potrebbe restringere la lana o modificare la forma del capo. Meglio stenderlo in orizzontale su uno stendino, se hai abbastanza spazio, magari appoggiandolo su un asciugamano grande.
In alternativa, puoi appenderlo a una gruccia robusta in una zona ben ventilata, ma lontana dai raggi diretti del sole o dai termosifoni. Il calore eccessivo può creare grinze o rendere il tessuto rigido. E poi, lo ammetto, non c’è nulla di più fastidioso di un cappotto diventato più stretto sulle spalle per colpa di un’asciugatura frettolosa.
Lavaggio a mano
Se vuoi andare sul classico, soprattutto se il tuo cappotto è di pura lana o ha dettagli delicati, il lavaggio a mano resta un’ottima soluzione. Ti serve una bacinella sufficientemente grande (o la vasca da bagno), acqua tiepida, un detersivo per delicati e un po’ di pazienza.
Ecco come faccio io:
- Riempio la vasca con acqua tiepida (non bollente), aggiungo il detersivo e immergo il cappotto.
- Lo lascio in ammollo per qualche minuto, poi muovo delicatamente il tessuto per favorire la pulizia. Evito di strofinare con troppa energia, perché potrei infeltrire la lana o sformare altri tessuti.
- Se ci sono macchie ostinate, tampono con una spugna morbida senza esagerare.
- Risciacquo con cura, cambiando l’acqua finché non vedo più schiuma residua.
- Infine, cerco di eliminare l’acqua in eccesso tamponando con un asciugamano. Faccio attenzione a non strizzare con troppa forza.
La fase di asciugatura è identica a quella descritta per il lavaggio in lavatrice: stendilo in piano, se possibile, o appendilo in un luogo ben ventilato. Ci vorrà più tempo rispetto a un lavaggio a macchina, ma di solito il risultato è eccellente.
Lavaggio a secco a casa
Alcuni cappotti, soprattutto quelli in lana pregiata, alpaca o con dettagli in pelle, potrebbero richiedere il lavaggio a secco. Ora, di solito si pensa subito alla lavanderia professionale. Tuttavia, in commercio esistono prodotti domestici che permettono di ottenere un risultato più che soddisfacente, a patto di seguire attentamente le istruzioni.
Come funziona? Di solito, si tratta di prodotti specifici da spruzzare o passare sul tessuto con un panno leggermente umido, concentrandosi sulle aree sporche (collo, polsini, eventuali macchie). Lo scopo è rimuovere lo sporco senza bagnare completamente la fibra. Se decidi di provare, ricordati di fare prima una prova su una zona nascosta del cappotto, per essere certa che il colore o il tessuto non subiscano alterazioni.
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Quando non serve il lavaggio – Piccoli trucchi per rinfrescare il cappotto
Non sempre è necessario affrontare un lavaggio completo. A volte, il cappotto è poco sporco e ha solo bisogno di una rinfrescata, magari per eliminare qualche odore o un leggero accumulo di polvere. Ecco alcune soluzioni che uso regolarmente:
- Vaporizzatore: passare un getto di vapore (da un ferro da stiro con funzione vapore o un apparecchio dedicato) aiuta a igienizzare e distendere le fibre. Bastano pochi minuti per notare come il tessuto riprenda forma e freschezza.
- Spazzola e rullo adesivo: se sul cappotto noti pelucchi, capelli o peluria (magari perché hai un gatto in casa), una spazzola per abiti o un rullo adesivo faranno il loro lavoro in un attimo.
- Arieggiare all’aperto: ogni tanto, appendere il cappotto su un balcone (in una giornata non troppo umida) può eliminare odori di fumo o di cucinato. Basta un po’ d’aria fresca e il tessuto respirerà.
Personalmente, alterno questi metodi: ad esempio, se ho indossato il cappotto solo per un paio d’ore, preferisco lasciarlo semplicemente “respirare” all’aperto prima di riporlo nell’armadio. In questo modo, evito lavaggi inutili che a lungo andare danneggerebbero il capo.
Macchie ostinate – Come trattarle senza stressare il tessuto
Ci sono quelle macchie che compaiono sempre nel momento meno opportuno: un caffè rovesciato di fretta, una goccia di vino durante una cena romantica, un po’ di unto mentre cucini. Per fortuna, possiamo agire in modo mirato:
- Tamponare, non strofinare: appena noti la macchia, tampona con un panno pulito o con della carta assorbente. Non strofinare, perché rischi di spingere la macchia più in profondità.
- Per le macchie oleose: un po’ di borotalco applicato sulla macchia e lasciato agire per qualche ora può assorbire il grasso. Poi spazzola via con delicatezza.
- Miscela di acqua e aceto bianco: ottima per macchie come vino o caffè. Diluisci un po’ di aceto in acqua tiepida, tampona la macchia e risciacqua con cura.
- Detersivo delicato: se la macchia è più ostinata, puoi usare un detersivo in piccola quantità. Prova sempre su una parte nascosta del cappotto, così eviterai brutte sorprese se il tessuto reagisce male.
Togliere i pelucchi dal cappotto: un problema comune
Lo ammetto: casa mia sembra un salone di bellezza per gatti, perché amo gli animali e ne ho due che gironzolano ovunque. Spesso, il mio cappotto diventa un “accumulatore” di peli, pelucchi e lanugine varia. Come risolvere?
- Spazzola adesiva: l’alleata più immediata. Passala su tutto il cappotto, insistendo sulle zone critiche come schiena e maniche.
- Spugnetta leggermente inumidita: se non hai una spazzola adesiva a portata di mano, prendi una spugna appena umida e passala sul tessuto con movimenti leggeri. I pelucchi rimarranno attaccati.
- Guanto di gomma: sembra bizzarro, ma se passi un classico guanto di gomma (quello da cucina) sul cappotto, l’elettricità statica catturerà molti pelucchi. Provare per credere.
Conservare il cappotto nel modo giusto
Una volta che hai lavato e asciugato il cappotto, non dimenticare di conservarlo adeguatamente. Ecco qualche dritta:
- Usa una gruccia robusta: niente grucce di plastica troppo sottili che potrebbero deformare la spalla. Meglio una in legno o in metallo solido.
- Lascia spazio nell’armadio: se il cappotto è schiacciato tra mille vestiti, si stropiccia e non “respira.”
- Custodia traspirante: se prevedi di non usare il cappotto per qualche mese (magari durante l’estate), riponilo in una custodia di tessuto che lo protegga dalla polvere. Evita le buste di plastica ermetiche: trattengono l’umidità e possono generare cattivi odori.
Lavanderia professionale – Quando è il caso di affidarsi agli esperti
Ci sono situazioni in cui, a mio avviso, è meglio non rischiare il lavaggio fai-da-te. Magari hai un cappotto dal valore affettivo (o economico) notevole, o la sua composizione è particolarmente delicata (pensa al cashmere o ai cappotti con dettagli in vera pelliccia). In questi casi, la lavanderia professionale potrebbe essere la scelta più saggia.
Non è detto che sia costoso in modo assurdo e, spesso, i professionisti sanno come trattare determinate macchie o come asciugare il capo senza che perda la sua forma originaria. Insomma, un piccolo investimento per salvaguardare qualcosa a cui tieni davvero.
Conclusioni
Lavare un cappotto in lavatrice, a mano o con altri metodi non è una missione impossibile, te lo garantisco. Basta dedicare qualche minuto in più alla scelta del programma giusto e al controllo di dettagli come temperatura e centrifuga. Se non te la senti, c’è sempre la possibilità di rivolgerti a un professionista.
Spero che questi suggerimenti possano esserti utili quando, la prossima volta, ti ritroverai con il tuo cappotto preferito pronto a passare in lavatrice. E, perché no, potresti anche scoprire che il lavaggio a casa può darti un certo senso di soddisfazione: niente è più gratificante di veder risplendere un capo amato, perfettamente pulito e profumato, appeso con orgoglio nell’armadio.